martedì 23 dicembre 2014

Capitolo 4 : Mia Madre

A casa, mia madre, dettava le regole. E bisognava rispettarle. Sicura di sé, determinata a far rispettare i valori morali, lavoratrice a tempo pieno, era per il potere alle donne. Con me era affabile, comprensiva ma chissà perché anche lei mi teneva a distanza. Che fossi stato adottato davvero ? Quando mi avvicinavo a chiederle qualcosa piegava la testa in avanti, verso di me, mostrandomi sia gli occhiali che tutti i denti. Solo oggi, che capisco abbastanza il codice segreto di cui in seguito andrò a parlarvi, mi accorgo che se mi "portava" lei sarei "andato/passato" con un proiettile perché -mostrandomi i denti- non voleva che mi mettessi la dentiera (lei l'aveva fin da giovane). Gli occhiali significavano proiettile. Allora non capivo tante situazioni ma percepivo che c'era qualcosa di misterioso che dovevo tradurre. Non ce la facevo. Come avrei potuto tradurre i loro movimenti e parole senza che nessuno me lo spiegasse ? Mia madre sedeva a capotavola. Se mio padre tentava di dissuaderla in qualcosa lei alzava subito la voce e gli urlava che se non gli fosse andato bene il suo ragionamento doveva andarsene. Subito. Un altra scena che oggi riesco a tradurre e' di quando lei sgridava e colpiva con la granata mia sorella perché era sempre a letto, mentre quest'ultima mi guardava incattivita. Significava che IO dovevo fare qualcosa, magari uscire di casa. Nella primavera del 1999 anche lei si ammalò di tumore. Al cervello. Il sogno si avvero' per intero. Per me era un periodo dorato visto che cantavo, componevo musica ed esteriormente ero davvero bello. Fu un colpo tremendo. Mi sembrava che Dio c'è l'avessi contro. Solo oggi capisco che anche questo accadeva come "prezzo da pagare" perché stavo "volando in America", dove tutto è possibile. Mi era stato dato un potere senza neanche saperlo : avevo deciso della vita dei miei genitori. La colpa era della mia ambizione.

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