domenica 21 dicembre 2014

Capitolo 2 : L'uomo Nero

Da bambino avevo un incubo ricorrente. Sognavo di svegliarmi di notte fonda. Apro gli occhi lentamente, me li stropiccio. D'un tratto vedo un ombra. È di un uomo, corporatura robusta. È fermo immobile ai piedi del letto. Non sa cosa fare. Non si avvicina ma non scappa neppure. Io sono terrorizzato e non riesco ad emettere nessun suono. Poi mi sveglio. Sudato, impaurito, mi volto verso il letto di mia sorella. Dorme tranquillamente. Mi rilasso. Mi riaddormento serenamente perché tanto è solo un incubo ... oppure no ? E se avesse un significato ? Questo incubo l'ho avuto per diversi anni e mi ha creato molti problemi anche di giorno. Per esempio, visto che i miei genitori lavoravano tutto il giorno e mia sorella maggiore studiava da amici, io, tornato dalla scuola elementare, riuscivo in malo modo a restare solo a casa. Dovevo tenere le serrande alzate e possibilmente le porte aperte. Avevo bisogno di luce e di rumore quindi anche il televisore era sempre acceso. Ricordo ancora i pomeriggi passati in casa, sempre sul chi-va-la'. Non riuscivo ad avvicinarmi alla camera da letto. Pensavo ci fosse Lui ad aspettarmi. A volte mi facevo coraggio, entravo e trattenendo il fiato mi chinavo sotto il letto per vedere se era lì. Poi aprivo gli armadi. Lentamente. Non vi dico il peso che mi toglievo di dosso quando scoprivo che non c'era nessuno. Ma il giorno dopo era la stessa storia. Poi, una notte, feci un sogno diverso. Ero in casa, di pomeriggio, controllando che non ci fosse finalmente lo scoprii. Era proprio sotto il letto ! Urlai. D'un tratto apparve il fratello di mia madre, colui che in seguito definii Lo Zio D'America (ogni volta che lo incontravo mi "sapeva" d'America. Anche qui chissà perché ... ). Lo prese, e lo spinse fuori casa. Ricordo ancora l'uomo nero che grugniva e che si aggrappava a tutto pur di non essere cacciato. Ma lo zio ci riuscì. Da quella notte non l'ho più sognato.

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